Care sorelle e fratelli
La liturgia di oggi, sesta Domenica
di Pasqua, ci ricorda un messaggio importante, i tesori che Gesù ha
lasciato ai suoi discepoli prima di partire. Quei tesori sono la pace e l’amore.
In questa Santa messa, e tutta questa Domenica, meditiamo e preghiamo affinché
riceviamo l’amore e la pace che Gesù vuole dare non sola ad ognuno di noi, ai
nostri confratelli e sorelle ma anche
alla gente di questo mondo.
“Vi lascio la pace vi do la mia pace”
Mi sembra che questo sia il regalo più importante e necessario che Dio vuole dare ad ognuno di
noi e al mondo intero. Ricordiamo che nel momento in cui Gesù è nato, gli angeli dal cielo
hanno cantato: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e sulla terra pace agli
uomini che egli ama” (Lc 2,14). Poi, quando Gesù ha mandato i suoi discepoli a
proclamare il Vangelo. Il primo e principale vangelo che hanno dovuto
proclamare è quello della pace: “in qualunque casa entriate prima dite ‘pace a
questa casa’ (Lc 10,5). Ricordiamo anche la frase che di solito diceva
dopo aver curato una malattia: “va in
pace” (Lc 7,50). Nelle beatitudini, Gesù ha insegnato: “beati gli operatori di
pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). Dopo la resurrezione,
Gesù ha dato tante volte la benedizione ai suoi discepoli: “pace a voi” (Gv
20,19.21.26). Quindi possiamo capire quanto è importante il messaggio di pace
nel Vangelo di Gesù. Desidera sempre che tutte le persone nel mondo abbiano la
sua pace.
Però, sappiamo che non è così per tutti. Ci sono poche persone che
hanno la pace nella loro vita. Troppa gente intorno a noi soffre
tanto. Ma qual è la causa che fa sentire i discepoli turbati, ansiosi e
spaventati? La risposta è “l’assenza di Gesù”. La mancanza di Dio, la mancanza
di Gesù risorto è la mancanza più seria e principale nella vita dei discepoli.
Senza Gesù il loro cuore è turbato e ha
timore. Senza Cristo risorto non c’è pace e felicità vera.
Allora, cosa abbiamo bisogno di fare affinché riconosciamo e sentiamo la
presenza di Gesù nella nostra vita? La risposta è accogliere l’invito di Gesù
nel Vangelo di oggi: “se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo
amerà e noi (cioè Gesù e Padre) verremo a lui e prenderemo dimora presso di
lui”. Osservare la parola di Gesù è il modo migliore per invitarlo a venire e
restare con noi. Quindi, dobbiamo incoraggiare e aiutare gli uni e gli altri a
osservare la parola di Dio. È più facile e più probabile se tutti osservassero
la parola di Gesù. Diventa più difficile se in una comunità, non farebbero
tutti del loro meglio per osservare la parola di Dio. Cioè alcuni fanno del
loro meglio per osservare la parola di Dio mentre gli altri non vogliono farla.
Vorrei che ognuno di noi amasse Gesù veramente e desiderasse osservare la
parola di Dio nel Vangelo, ascoltasse e meditasse ogni giorno. Solo così possiamo sentire che Gesù risorto sta vivendo
nel nostro cuore e nella nostra comunità. E solo così avremmo la pace sempre e
la gioia, la felicita vera che Gesù ci vuole dare sempre.
Secondo Papa Francesco: La pace è una conversione del
cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili di
questa pace interiore e comunitaria:
- la pace con sé stessi, rifiutando l’intransigenza,
la collera e l’impazienza e, come consigliava San Francesco di Sales,
esercitando “un po’ di dolcezza verso sé stessi”, per offrire “un po’ di
dolcezza agli altri”;
- la pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo
straniero, il povero, il sofferente…; osando l’incontro e ascoltando il
messaggio che porta con sé;
- la pace con il creato, riscoprendo la grandezza del
dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come
abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire[1]
[1] Messaggio
del Santo Padre Francesco per la celebrazione della 52ma Giornata Mondiale
della Pace (1° gennaio 2019), 18.12.2018, no.7.
[1] Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione
della 52ma Giornata Mondiale della Pace (1°
gennaio 2019), 18.12.2018, no.7.
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