Friday 29 December 2017

THE THOUGHTS OF HEART

It can be said that Christmas season is one of the happiest liturgical seasons. It’s happy because that is the time to call to remembrance that God gave us the best gift ever. That is not a sum of money, a precious property, but a person, a person who is living with us. That is his own son. In this Holy Mass, let us pray so that the happiness of the Holy night will last forever every day in our life. And may God teach us the way to share our peace, joy and happiness with others, especially the lonely and miserable people.
In tonight’s Gospel, prophet Simeon talked about the revelation of the thoughts of many hearts: “and you yourself a sword will pierce so that the thoughts of many hearts may be revealed”.
It’s very strange. How can a heart think? How can a heart of a person have thoughts? Thoughts are usually the products of a head or a brain. Yes, that is the normal biological operate. People usually think with brain. Anyway, in the category of faith, people cannot only think by head. They have to think by heart. In other words, it is not enough to think by brain. People have to think by heart.
The mystery of Christmas, the mystery of God making flesh, promote us to think by our own heart. The presence of Jesus as a human being in the world question us continuously about the love God gives us. Therefore, we are called not only to know him by head but specially to know him by heart, and follow his life style.
But, how can we know that we really know him by heart or not?  Saint John, in his letter, teaches us a practical way to test our knowledge of heart about Jesus. According to John, the way to prove that we really know Jesus by heart is to keep his commandments. John said: Whoever says, "I know him," but does not keep his commandments is a liar, and the truth is not in him
The commandment saint John wants to remind us is “to love one another as Jesus love”. And only by keeping that commandment a person can be in the light, if not, he still in darkness. Saint John emphasize: “Whoever says he is in the light, yet hates his brother, is still in the darkness. Whoever loves his brothers remains in the light, and there is nothing in him to cause a fall”
Perhaps, some of us have ever experienced that we have ever been liars, when we know Jesus only by name, by studying, by attending holy mass, by pilgrimages, but doesn’t recognize that Jesus is present lively in our brothers and sisters who we meet every day in our life. Perhaps, there have ever been more than once in our life we passed through the suffering people without a little compassion.
Perhaps, we sometimes walk in the darkness when we still somehow hate our brothers and sisters, but we don’t know, and we are not mindful.
Tonight’s Gospel tells us that Baby Jesus was brought to the Temple to be consecrated to God to complete the law of God: "Every first-born shall be consecrated to the Lord”. Being consecrated means that from that moment Jesus belongs to God. From then on, Jesus no longer lives for himself but lives only for God. And Jesus really devoted his whole life for God in the way he loves and takes care of the poor and the sinners, in the way he lives and dies for other people.

May the love of Baby Jesus touch our heart and change our heart. May He help us to know him truly by heart. May He remind us always that each one of us was consecrated to God from the moment when we were baptized, so that we can imitate his way of life by loving and taking care of our brothers and sisters every moment in our life. Amen.

Saturday 2 September 2017

PRENDRE SA CROIX À LA SUITE DE JESUS

Mes chers frères et sœurs dans le Christ,

le dimanche dernier, nous avons écouté la profession de foi de St Pierre à propos de Jésus : « Tu es le Christ, le Fils de Dieu Vivant ». Et tout de suite Jésus exclame ; « heureux es-tu, Simon fils de Yonas ». Jésus ajoute que « tu es Pierre et sur cette pierre je bâtirai mon église. Je te donnerai les clés du Royaume des Cieux : tout ce que tu auras lié sur la terre, sera lié dans les cieux, et tout ce que tu auras délié sur la terre sera délié dans les cieux ».

Mes chers amis dans le Christ,

peut-être Pierre était très content. C’est incroyable ! Cependant, la joie et le plaisir ainsi que la fierté de Pierre n’ont pas duré très long. Parce qu’aujourd’hui, nous avons entendu Jésus dire à Pierre ainsi : « Passe derrière moi, Satan ! Tu es pour moi une occasion de chute : tes pensées ne sont pas celles de Dieu, mais celles des hommes ».

Sunday 5 February 2017

Come sono le missioni dei cristiani di essere sale della terra?

Gesù dice: “Sono la luce del mondo” e c'invita, ciascuno fra di noi, a diventare “il sale della terra; la luce del mondo”.
Care sorelle, cari fratelli, può darsi che diventare la luce del mondo e il sale della vita non è solo la missione ma anche l’identità, la dignità degli cristiani in genere, dei religiosi e delle religiose in particolare.
Quindi, in questa santa messa, preghiamo specialmente perché la nostra missione, la nostra identità sia attualizzata ogni giorno nella nostra vita quotidiana.
Il brano evangelico è nel contesto delle beatitudini. Coloro che sono proclamati beati, non lo sono solo per sé stessi, ma anche nei confronti del mondo; essi, per le realtà terrestri, sono luce e sale. «Voi siete il sale della terra; voi siete la luce del mondo»; Gesù dice queste parole in primo luogo ai credenti, ai discepoli che sono i poveri, i miti, coloro che hanno fame e sete di giustizia.
Oggi vorrei condividere solo su una frase: “Voi siete il sale della terra”. Sale della terra è una immagine molto bella e pratica per descrivere la missione dei discepoli di Gesù. Cosa è la loro missione? Possiamo elencare almeno tre missioni. La prima: rendere valida e continua l’alleanza tra Dio e il suo popolo. La seconda: dare sapore agli altri sulla terra. La terza: conservare dal male la terra e gli uomini.
1. Rendere valida e durevole l’alleanza tra Dio e il suo popolo
Nell’antico Testamento, il sale era un segno dell’alleanza di Dio con il suo popolo. Nel libro del Levitico, per esempio, si legge: “Dovrai salare ogni tua offerta di oblazione: nella tua oblazione non lascerai mancare il sale dell'alleanza del tuo Dio; sopra ogni tua offerta offrirai del sale.” (Lv 2,13).
Il sale rende valida e durevole l’alleanza tra Dio e il suo popolo. Gesù nelle beatitudini ha proclamato la nuova alleanza tra Dio e il suo popolo; ebbene, quelli che l’accolgono, i suoi discepoli, devono essere, col loro atteggiamento e colla loro vita, i garanti di tutto questo. Quindi la fedeltà dei discepoli alle beatitudini rende valida la nuova alleanza e possibile l'avvento del regno.
2. Dare sapore agli altri.
Possiamo dire che senza il sale il cibo è senza sapore. Come il sale da sapore ai cibi, un discepolo deve dare il sapore ai suoi fratelli e sorelle, ai luoghi dove vive e lavora. Però quale sapore il discepolo può dare? I sapori che il discepolo deve dare sono i valori del Vangelo e le opere buone che fa nella sua vita quotidiana.
Come Papa Francesco ha detto in un incontro coi seminaristi, novizi, e novizie: “sempre dove sono consacrati, i seminaristi, le religiose, e i religiosi, i giovani, c’è gioia, sempre c’è la gioia; è la gioia della freschezza, è la gioia del seguire Gesù; la gioia che ci dà lo Spirito Santo, non la gioia del mondo”.
Quanto è bella la vita dei cristiani, dei religiosi, delle religiose se possono sempre portare la gioia, felicità e la pace a tutti i luoghi dove vivono e lavorano.
3. Preservare dal male la terra e gli uomini
Da sempre nell’antichità, non esistendo i frigoriferi, si mettevano gli alimenti sotto sale e così venivano conservati.
Il cristiano con la sua presenza è chiamato a sconfiggere la corruzione, a non permettere che la società, guidata dai princìpi malvagi, si decomponga e vada in disfacimento. Cioè il cristiano ha la missione di lottare per i diritti umani, lottare contro l’ingiustizia, i mali sociali. I cristiani, con la forza di Dio, sono sempre pronti a proteggere la giustizia e ottenere la pace per l’umanità.
Per conservare gli alimenti, specialmente per dare sapore al cibo, il sale deve sciogliere sé stesso. Il sale deve accettare di perdere la sua forma. Questo è il prezzo che deve pagare per svolgere le sue funzioni in modo adeguato. Perciò, la missione di essere il sale della terra non è facile. Se vogliono diventare il sale della terra come i discepoli di Gesù, i cristiani hanno bisogno di sacrificare sé stesso.
Gesù ha scelto e ha percorso la strada della croce. Lui ha salato la terra e l’umanità con il suo proprio sangue. Nella storia della Chiesa, seguendo Gesù, tanti martiri hanno dato la loro vita per salare la terra. Essendo discepoli di Gesù, non abbiamo un'altra strada migliore fuori della strada della croce.
Spero che la convalida di Gesù sull'identità di ciascuno di noi si avveri il più presto possibile, cioè ciascuno di noi è sempre la luce vera che illumina tutti i luoghi dove veniamo e viviamo, ed il sale pieno di sapore che può salare la terra con i sapori di amore, gioia, pace, speranza e anche sicurezza. Amen.

Giuseppe Pham Duy Thach SVD

Perchè abbiamo bisogno di convertare?

Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Questo è l'invito primo e fondamentale di Gesù all'inizio della sua missione della predicazione. Probabilmente, abbiamo ascoltato questo invito tante volte nella nostra vita. L'ascolteremo di nuovo nel vangelo di oggi. Speriamo che ancora tocchi il cuore di ciascuno di noi affinché ci possiamo convertire e cambiare ogni giorno, così possiamo uscire dalle tenebre e vedere una luce grande e vera, cioè Gesù Cristo colui che può portarci la felicità, la pace, e la vita eterna.

Per cominciare la condivisione oggi, mi permettete di fare tre domande. La prima: ci sentiamo o no abitare nelle tenebre e quale potrebbero esser le nostre tenebre? La seconda: perché abbiamo bisogno di convertirci? E l’ultima: come potremmo convertirci?

1.       Le nostre tenebre

L’evangelista Matteo riprende la parola del profeta Isaia per introdurre una situazione in cui Gesù deve annunciare la buona novella. Nel tempo in cui gli Israeliti erano sotto il dominio degli imperi stranieri, Isaia ha annunciato che “Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce”. Quella era la loro speranza. Speravano molto che ci fosse un re, un salvatore che potesse salvarli dalla schiavitù. Questo annuncio potrebbe aiutarci a pensare alla nostra situazione attuale. Quale  sono le nostre tenebre oggi? Potrebbe essere l'oscurità del peccato. Potrebbe essere il buio della preoccupazione del denaro, della fama, e del piacere che schiaccia ciascuno di noi. Che felice sei se puoi ribadire che non ci siano ombre nella tua vita.  Purtroppo, la maggior parte di noi ha almeno un problema o due nella nostra vita. Le tenebre più profonde sono le tenebre del peccato e della morte. Abbiamo bisogno di capire molto chiaro qual'è il nostro problema, quali sono le nostre tenebre.

2.       La ragione per convertirci

Sorge un'altra domanda: perché abbiamo bisogno di capire le nostre tenebre? Per quale motivo, cari fratelli e sorelle? La mia risposta è per convertirci. Abbiamo bisogno di capire le nostre tenebre per convertirci. È strano, o no? Può aiutarci la conversione? Sì, se vogliamo superare i nostri problemi abbiamo bisogno di convertirci! Perché una volta citata la parola del profeta Isaia, “Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce”, Matteo, subito, ci proclama la chiamata alla conversione di Gesù. Perciò, può darsi che se crediamo veramente in Gesù, la conversione è il modo migliore per risolvere i nostri problemi.

Comunque, lo scopo della conversione alla quale Gesù ci invita non è soltanto per risolvere i nostri problemi. Lo scopo della conversione è molto più attivo, più bello. Cosa è? Abbiamo bisogno di convertirci, di trasformarci perché il regno dei cieli è vicino. Dobbiamo prepararci a ricevere il regno dei cieli, il regno di Dio. Questo è un regno pieno di gioia e di pace. Tutti coloro che vivono nel regno dei cieli ricevono la felicità vera, la pace eterna che il Re del amore, cioè Dio gli offre.

Dove è il regno dei cieli? È forse nei cieli? No! Il regno dei cieli può essere dentro il cuore di ciascuno di noi, nella nostra comunità, nella nostra famiglia. Il regno di Dio può essere in tutti i luoghi in cui si può amare l’un l’altro con l’amore di Dio.

Però il regno dei cieli non è qualcosa che si può vedere e toccare. Il regno di Dio non è una proprietà fisica che si può ricevere una volta per tutte. Il regno dei cieli viene quando e dove ci sono le persone che si convertono. In altre parole, la conversione è il modo essenziale perché il regno dei cieli sia rivelato.

3.       I modelli di conversione

Allora, vorrei chiudere questa condivisione con l'ultima domanda. Cosa si deve fare per convertirci? Qual'è la vera conversione? La vera conversione è pensare come Gesù ha pensato; fare come Gesù ha fatto e ci ha insegnato a fare; amare come Gesù ci ha amato fino a morire per noi. La conversione autentica è lasciare tutto e seguire Gesù. Se continuiamo a leggere il Vangelo secondo Matteo, vediamo che subito dopo l’invito di Gesù, “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”, l’evangelista Matteo ci racconta la conversione dei primi quattro discepoli Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. Matteo scrive: Sentita la chiamata di Gesù, subito hanno lasciato tutto per seguirlo. Questi sono veramente i modelli principali della conversione vera: lasciare tutto e seguire Gesù. Questa la chiamata non soltanto per i sacerdoti, i religiosi e le religione ma per tutto ognuno di noi.


L'invito alla conversione di Gesù non è mai passato e obsoleto. La conversione non è qualcosa che possiamo fare una volta e ... finita! Ma è un processo che dobbiamo proseguire ogni giorno nella nostra vita fino alla nostra morte. Ad ogni momento nella nostra vita, ad ogni pensiero, parola e azione potremmo chiederci, a noi stessi, se stiamo pensando, facendo, amando come Gesù ha pensato, fatto, amato. Allora auguro ad ognuno di noi una vera conversione, per poi aver una vita piena di felicità e di pace.

Giuseppe Pham Duy Thach SVD