“Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Questo è l'invito primo
e fondamentale di Gesù all'inizio della sua missione della predicazione.
Probabilmente, abbiamo ascoltato questo invito tante volte nella nostra vita.
L'ascolteremo di nuovo nel vangelo di oggi. Speriamo che ancora tocchi il cuore
di ciascuno di noi affinché ci possiamo convertire e cambiare ogni giorno, così
possiamo uscire dalle tenebre e vedere una luce grande e vera, cioè Gesù Cristo
colui che può portarci la felicità, la pace, e la vita eterna.
Per cominciare la
condivisione oggi, mi permettete di fare tre domande. La prima: ci sentiamo o
no abitare nelle tenebre e quale potrebbero esser le nostre tenebre? La
seconda: perché abbiamo bisogno di convertirci? E l’ultima: come potremmo
convertirci?
1. Le nostre tenebre
L’evangelista Matteo
riprende la parola del profeta Isaia per introdurre una situazione in cui Gesù
deve annunciare la buona novella. Nel tempo in cui gli Israeliti erano sotto il
dominio degli imperi stranieri, Isaia ha annunciato che “Il popolo che abitava
nelle tenebre vide una grande luce”. Quella era la loro speranza. Speravano
molto che ci fosse un re, un salvatore che potesse salvarli dalla schiavitù.
Questo annuncio potrebbe aiutarci a pensare alla nostra situazione attuale.
Quale sono le nostre tenebre oggi?
Potrebbe essere l'oscurità del peccato. Potrebbe essere il buio della
preoccupazione del denaro, della fama, e del piacere che schiaccia ciascuno di
noi. Che felice sei se puoi ribadire che non ci siano ombre nella tua
vita. Purtroppo, la maggior parte di noi
ha almeno un problema o due nella nostra vita. Le tenebre più profonde sono le
tenebre del peccato e della morte. Abbiamo bisogno di capire molto chiaro
qual'è il nostro problema, quali sono le nostre tenebre.
2. La ragione per convertirci
Sorge un'altra domanda:
perché abbiamo bisogno di capire le nostre tenebre? Per quale motivo, cari
fratelli e sorelle? La mia risposta è per convertirci. Abbiamo bisogno di
capire le nostre tenebre per convertirci. È strano, o no? Può aiutarci la
conversione? Sì, se vogliamo superare i nostri problemi abbiamo bisogno di
convertirci! Perché una volta citata la parola del profeta Isaia, “Il popolo
che abitava nelle tenebre vide una grande luce”, Matteo, subito, ci proclama la
chiamata alla conversione di Gesù. Perciò, può darsi che se crediamo veramente
in Gesù, la conversione è il modo migliore per risolvere i nostri problemi.
Comunque, lo scopo della
conversione alla quale Gesù ci invita non è soltanto per risolvere i nostri
problemi. Lo scopo della conversione è molto più attivo, più bello. Cosa è?
Abbiamo bisogno di convertirci, di trasformarci perché il regno dei cieli è
vicino. Dobbiamo prepararci a ricevere il regno dei cieli, il regno di Dio.
Questo è un regno pieno di gioia e di pace. Tutti coloro che vivono nel regno
dei cieli ricevono la felicità vera, la pace eterna che il Re del amore, cioè
Dio gli offre.
Dove è il regno dei cieli?
È forse nei cieli? No! Il regno dei cieli può essere dentro il cuore di
ciascuno di noi, nella nostra comunità, nella nostra famiglia. Il regno di Dio
può essere in tutti i luoghi in cui si può amare l’un l’altro con l’amore di
Dio.
Però il regno dei cieli non
è qualcosa che si può vedere e toccare. Il regno di Dio non è una proprietà
fisica che si può ricevere una volta per tutte. Il regno dei cieli viene quando
e dove ci sono le persone che si convertono. In altre parole, la conversione è
il modo essenziale perché il regno dei cieli sia rivelato.
3. I modelli di conversione
Allora, vorrei chiudere
questa condivisione con l'ultima domanda. Cosa si deve fare per convertirci?
Qual'è la vera conversione? La vera conversione è pensare come Gesù ha pensato;
fare come Gesù ha fatto e ci ha insegnato a fare; amare come Gesù ci ha amato
fino a morire per noi. La conversione autentica è lasciare tutto e seguire
Gesù. Se continuiamo a leggere il Vangelo secondo Matteo, vediamo che subito
dopo l’invito di Gesù, “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”, l’evangelista
Matteo ci racconta la conversione dei primi quattro discepoli Pietro, Andrea,
Giacomo e Giovanni. Matteo scrive: Sentita la chiamata di Gesù, subito hanno
lasciato tutto per seguirlo. Questi sono veramente i modelli principali della
conversione vera: lasciare tutto e seguire Gesù. Questa la chiamata non
soltanto per i sacerdoti, i religiosi e le religione ma per tutto ognuno di
noi.
L'invito alla conversione di Gesù non è mai passato e obsoleto. La
conversione non è qualcosa che possiamo fare una volta e ... finita! Ma è un
processo che dobbiamo proseguire ogni giorno nella nostra vita fino alla nostra
morte. Ad ogni momento nella nostra vita, ad ogni pensiero, parola e azione
potremmo chiederci, a noi stessi, se stiamo pensando, facendo, amando come Gesù
ha pensato, fatto, amato. Allora auguro ad ognuno di noi una vera conversione,
per poi aver una vita piena di felicità e di pace.
Giuseppe Pham Duy Thach SVD
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